Fiat C.R.32

1936 La Squadriglia Folle

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Non ho pensato che forse avrò problemi a unire la fusoliera....
....con le buone maniere......
Pozzetto abitacolo sbagliato
Pozzetto abitacolo corretto
Anche i piani di coda sono sbagliati e li ho già incollati e stuccati
OOplààà TAGLIATI!!!
Così vanno un pochino meglio
prime prove di montaggio a secco
verniciatura da ritoccare
verniciatura da ritoccare
Qualcosa degli interni si vede.....
Qualcosa degli interni si vede.....
montaggio dei montanti alari - senza troppi riferimenti sulla fusoliera
Rifacimento di alcuni montanti dell'ala superore


La squadriglia folle

Progettato dall’ingegner Celestino Rosatelli, rappresentava uno sviluppo del Fiat C.R.30.

Messo in lavorazione nella seconda metà del 1932, il prototipo del Fiat C.R.32 venne completato nella primavera del 1933.
Volò per la prima volta il 28 aprile 1933, dal campo della Fiat Avio di Torino. Il C.R.32 era molto simile al suo predecessore: biplano dalla configurazione sesquiplana, in quanto l’ala inferiore era più piccola di quella superiore. Le ali avevano una struttura mista con longheroni e centine in duralluminio e rivestimento in tela.
Le controventature erano composte da montanti interalari costituiti da tubolari rigidi a forma di W e da tiranti di acciaio. Stessa struttura di metallo e tela per gli alettoni presenti solo sull’ala superiore.
La fusoliera era in tubi di alluminio e acciaio, ed era rivestita in duralluminio sul muso, fino al posto di pilotaggio, sul dorso, nella parte inferiore sotto la coda, e con tela nella parte restante (lati e "pancia").
Il motore era il Fiat A. 30 RA, raffreddato ad acqua, era un propulsore in linea, con 12 cilindri a V di 60°, con una potenza massima di 600 CV con 2.600 giri/minuto. Azionava un’elica bipala metallica a passo variabile regolabile a terra. Il motore non utilizzava il normale carburante avio, ma una benzina a 94 ottani, ottenuta miscelando 55% di benzina, 22% di benzolo e 23% di alcool.
Il C.R. era armato inizialmente con mitragliatrici Breda-SAFAT calibro 7,7 mm, ma il caccia era predisposto per montare due 12,7 mm, con 350 colpi ciascuna, montate sopra la capotta motore e sparanti attraverso il disco dell’elica con sistema di sincronizzazione. L’abitacolo del pilota era aperto, con parabrezza. La strumentazione era quella standard dell’epoca: bussola OMI 03, anemometro da 460 km/h, variometro, virosbandometro, contagiri e altimetro da 8 000 m, traguardo di puntamento a visuale libera e cannocchiale con poggiafronte per mirare, in seguito sostituiti da un collimatore a riflessione.
Tutti gli esemplari erano predisposti per montare l’apparato rice-trasmittente Quando era montata era collegata ad un generatore elettrico a mulinello montato davanti al serbatoio di riserva, sulla carenatura al centro dell’ala superiore. Alla radice della semiala inferiore sinistra, vi era la predisposizione per una cinefotomitragliatrice OMI FM.62, sincronizzata con le mitragliatrici.

Il nuovo caccia era più piccolo, con una superficie alare minore e soprattutto presentava una diversa distribuzione dei pesi, ottenuta da una ricollocazione dei serbatoi, che consentivano al C.R.32 una velocità e maneggevolezza superiori al predecessore.


Fonti:
  Fonte: Wikipedia
  Storia delle Frecce tricolori website
  Frecce tricolori website

  "Frecce Tricolori - Disegni nel cielo" di Gianfranco Da Forno, Ed. Aeronautiche Italiane


Dimensioni e pesi
Lunghezza: 7,45 m
Apertura alare; 9,50 m
Altezza: 2,71 m
Superficie alare: 22,10 m²
Peso max al decollo 1.865 kg

Propulsione
Motore: 1 Fiat A 30 RA bis - 12 cilindri a V
Potenza: 600 CV di spinta

Prestazioni
Velocità max: 375 km/h
Autonomia: 780 km
Tangenza: 8.250 m

Armamento:
2 Breda SAFAT 12,7 mm

Fonte: Wikipedia


Il modello

Kit della SMER in scala 1/48 - Colori Humbrol Enamel - Decal "fatte in casa"

Un altro kit brutto, scarno di particolari, con errori grossolani e impreciso. Tutti gli amici dicono che sarà un impresa.............
Intanto proviamo ad arricchire l’abitacolo con qualche aggiunta....
.... effettivamente c'è un grandissimo lavoro da fare. Non c'è pezzo, giuntura o incollatura che non abbia bisogno di essere stuccato e carteggiato.

Alessio M.
 




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